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Blu Ray Disc Across the UniverseCONTENUTI SPECIALI DEL BLU-RAY DISC
Commento di Julie Taymor ed Elliot Goldenthal - Creando l'Universo - Dietro le quinte - Le stelle di domani - Tutto sulla musica Across the Universe - Le coreografie - Gli effetti speciali - Brani musicali completi - Scena eliminata - "And I Love Her" - Mr. Kite - Riprese alternative - Galleria: Gli schizzi di Don Nace
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mercoledì 16 luglio 2008

Across the Universe e il cinema sul Vietnam

Dalla molteplicità dei temi che la regista Julie Taymor ha scelto di inserire nel suo musical moderno, Across the Universe, quello degli echi della guerra del Vietnam è uno tra i più comuni nelle pellicole ambientate negli anni ‘60. Da questo punto di vista, se volessimo scegliere un’altra opera che si avvicina all’energia del film della Taymor, quella è Hair, del 1979, del regista ceco, trapiantato in America, Milos Forman. Scegliamo Hair non solo per il fatto che sia anche esso un musical, ma perché condivide con Across the Universe la stessa visione psichedelica nella sua messa in scena. Ma questi non sono gli unici film che ci hanno parlato della “sporca” guerra. La ferita del conflitto (perso) con il Vietnam percorre tutto il cinema statunitense soprattutto tra gli anni Settanta e Ottanta, creando quasi un genere. Attraverso queste pellicole avviene soprattutto il riscatto dell'America, dopo il tradimento degli ideali democratici dei padri. Ma attenzione: non tutti i film che raccontano lo scontro tra Usa e Vietnam sono film drammatici o film di guerra, esattamente come non lo sono quelli della nostra e di Forman. Tra i primi che lo hanno rappresentato è stato, nel 1969, lo splendido Mash di Robert Altman, farsa bellica in cui la guerra è vista come un circo tragico, disperato ed inconcludente. Lo stesso spirito lo troviamo qualche anno più tardi nella strampalata commedia controcorrente e impudentemente antiamericana di Barry Levinson Good Morning Vietnam. Ispirato a un personaggio reale, è un film che, dimenticando finalmente le brutalità nella giungla vietnamita, si basa unicamente sulle battute da caserma sparate a raffica dal protagonista, il bravo Robin Williams, e sulla sua straordinaria colonna sonora. Ovviamente la parte del leone la fanno pellicole più cupe e di alto spessore drammatico in cui la brutalità summenzionata ritorna. Pellicole firmate da registi delle volte eccezionali come Stanley Kubrick, che nel 1987 realizza l’anti-eroico e disperato Full Metal Jacket. Ma forse il film più celebre sulla sporca guerra rimane il bellissimo Apocalypse Now, che Francis Ford Coppola ha confezionato nel 1979. Ovviamente non bisogna dimenticare il reazionario e agile Berretti Verdi di Ray Kellogg e John Wayne, il visionario Birdy – le ali della libertà di Alan Parker, il robusto I guerrieri dell’inferno di Karel Reisz, il commovente e psicologico Tornando a casa di Hal Asby, l’imprescindibile dittico di Oliver Stone con Platoon e Nato il 4 luglio e lo scattante Rambo di Ted Kotcheff. Bisogna però ammettere che, nonostante tante riflessioni, poco è cambiato nel corso degli anni. E così il grande cinema americano continuerà ad occuparsi delle sue guerre in giro per il mondo. Cambierà solo il paese dove sono ambientate.

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