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giovedì 22 maggio 2008

La Beatlemania

Una rivoluzione copernicana: dalla musica al costume, andata e ritorno.

Salve, sono Fabrizio Ferrucci e vi accompagnerò anch’io in questo viaggio alla riscoperta del mito dei Beatles, della loro musica e del decennio che li ha visti nascere, crescere e diventare in breve tempo una delle icone più importanti a livello mondiale. Partiamo dalla Beatlesmania.

Si trattò di un fenomeno collettivo fortissimo, dal profilo quasi isterico. Tutto avvenne con pochissima comunicazione: c’era la radio certo, ma non dimentichiamo che la tv allora non aveva ancora abbracciato la mondovisione per esempio; stiamo parlando di un fenomeno che prese piede tra il 1963 e il 1964. Fu come un virus, un virus inarrestabile che, nato a Londra, si propagò rapidamente in tutto il mondo contagiando in pochi mesi la gioventù di ogni latitudine. Il culmine di questo processo fu certamente il 1964, anno in cui i Beatles si recarono in America e sancirono il loro status attraverso tre seguitissime apparizioni (si parla di 90 milioni di spettatori) allo show televisivo più popolare dell’epoca, quello di Ed Sullivan. Ma il passaparola fu soprattutto radiofonico.

In Italia per esempio c’erano solo i tre canali RAI, ma poi a trasmettere la musica era uno solo. Fu allora che si affacciarono i primi dj radiofonici, personaggi che, sulla scia di questo virus, anche da noi cominciavano a presentare la musica che andava in onda. Sentire questi ragazzi che parlavano di un nuovo gruppo inglese che stava ottenendo un clamoroso successo in tutto il mondo, beh, ci fece letteralmente rizzare le antenne. Ma tutto ciò sarebbe stato inutile se poi le musiche che seguivano non fossero state totalmente innovative, rivoluzionarie nel vero senso del termine. Fu un linguaggio musicale del tutto nuovo, accompagnato da un clamore mediatico inedito. Già dal principio, c’erano tutte le premesse per un successo dalle proporzioni enormi.
Il quadro sociale e storico d’allora ovviamente è rilevante: siamo all’alba di un grande boom economico per l’Occidente, ma la proposta musicale è ancora fortemente statica. Si può allora dire che, in qualche misura, i Beatles rappresentarono la cosa giusta al momento giusto, furono il volano che consentì ad un più vasto fenomeno sociale di spiccare il volo. Proprio in virtù di quel benessere che si andava diffondendo, i Beatles andarono molto al di là del fenomeno discografico e abbracciarono la moda e il costume. Con loro nasce il merchandising, con loro nasce la British invasion e le sue mode, dalla minigonna di Mary Quant in giù. Sembra quasi banale dirlo oggi, ma l’America d’allora nutriva una forte ritrosia nei confronti degli inglesi. A maggior ragione fu sorprendente quest’invasione britannica, perché mutò radicalmente i costumi di un’intera generazione, dall’American graffiti al beat.

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