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Blu Ray Disc Across the UniverseCONTENUTI SPECIALI DEL BLU-RAY DISC
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martedì 24 giugno 2008

Across the names pt.2

Nomi e canzoni nel segno dei Beatles
Come promesso, continua il nostro viaggio all'interno dei protagonisti del film e il divertente gioco di specchi tra i loro nomi e le canzoni dei nostri amati Fab Four.

Dopo aver raccontato qualche aneddoto sui nomi più smaccatamente celebrativi, Jude e Lucy, eccoci ad un paragrafo per palati fini e veri intenditori dove racconteremo qualcosa di più su Max, Sadie, Prudence e relative implicazioni canzonettistiche.

Joe Anderson, già nei panni del bassista Peter Hook nel film (Control) che Anton Corbijn ha dedicato ai Joy Division, in Across The Universe veste i panni dell'esuberante Max. Molte le analogie col personaggio cantato da McCartney in Maxwell's Silver Ha
mmer. Innanzitutto è uno studente, e proprio come lui mette in luce un carattere ai limiti della psicosi. Sadie lo accoglie (assieme a Jude) nella sua casa con parole inequivocabili: «Siete tutti così pulitini... però di quelli che potrebbero ammazzare la nonna a martellate». A scanso d'equivoci, lo zio Teddy, nella scena del Thanksgiving Day, gli si rivolge chiamandolo direttamente Maxwell. Quanto alla canzone poi, possiamo dire senza timore che si trattò di uno dei più grossi pomi della discordia emersi tra Paul e John. Un malevolo Lennon la definì uno dei primi esempi di canzone per nonne composta da McCartney, che «fece di tutto per farla diventare un singolo, ma non ci riuscì mai, né mai avrebbe potutto».

Abbiamo già accennato alla cantante Sadie, sorta di sensuale Janis Joplin interpretata nel film da Dana Fuchs. Il suo nome fa riferimento a Sexy Sadie, canzone scritta da Lennon in India durante il celeberrimo stage di meditazione trascendentale presso il guru Mahesh Yogi. E' lo stesso John ad ammettere che la canzone è un sarcastico ritratto del Maharishi, frutto della cocente delusione provata dopo i (presunti) abusi sessuali perpetrati ai danni di alcune donne del gruppo. Ciò nonostante, nel momento della pubblicazione, lo spiritualissimo Harrison chiederà ed otterrà un cambio di nome della canzone che in principio avrebbe dovuto intitolarsi molto più esplicitamente Maharishi. Curiosità: il verso «What have you done / you made a fool of everyone» è una citazione di I've Been Good To You di Smokey Robinson & The Miracles.

Dulcis in fundo, la dolce Prudence, la piccola bellezza asiatica attanagliata da una sofferta passione saffica. Il riferimento del suo nome va alla famosa Dear Prudence, una delle canzoni più belle contenute nel White Album. La canzone fu dedicata da Lennon a Prudence Farrow, sorella dell'attrice Mia, entrambe presenti al suddetto Ashram in India. Per la cronaca: a differenza dei ragazzi di Liverpool, tanto le due sorelle che Mike Love dei Beach Boys finirono per conseguire l'attestato di insegnanti di meditazione trascendentale. Per la curiosità: a differenza della solita line-up, il brano presenta McCartney alla batteria; il vecchio Ringo in quell'occasione sbattè la porta in seguito a divergenze interne, salvo poi tornare all'ovile a brano finito, con tanto di mazzo di fiori pronto ad accoglierlo sulla batteria.

1 commento:

Anonimo ha detto...

una fantasmagoria di nomi e rimandi!