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Blu Ray Disc Across the UniverseCONTENUTI SPECIALI DEL BLU-RAY DISC
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martedì 1 luglio 2008

Le cover dei Beatles pt.1

Tributi e omaggi nel tempo e nello spazio
Prendendo spunto da alcuni commenti postati dai frequentatori di questo blog - penso in particolare a Morgan, che sottolineava la versione di Lucy In The Sky With Diamonds interpretata da Elton John, e Pepper, che invece ricordava come la stessa canzone fu indirettamente omaggiata dai Pink Floyd di Let There Be More Light - abbiamo pensato bene di lanciare un paio di sguardi (sommari) sulla miriade di cover version che da anni vedono come protagoniste le canzoni dei Beatles.

La cosa divertente della faccenda è che, essendo i 4 unanimamente riconosciuti come la più autorevole cornucopia di canzoni pop (linguaggio universale per antonomasia), la pioggia dei tributi è sempre stata particolarmente trasversale, tanto in termini geografici che di stile musicale. Si va dalla solita Giamaica (un'isola dall'attitudine onnivora, che ingoia e fagocita qualsiasi musica) alla nostra Italia, ben rappresentata qui dal disco "Mina canta i Beatles" che abbiamo voluto mettere in bella vista (disco uscito nel '93 nella cui copertina la tigre fa il verso a "Revolver"). Tuttavia vogliamo incentrare questo primo paragrafo in particolare sullo scambio d'amorosi sensi nato sin dal principio tra i Beatles e la musica afroamericana.

Partiamo innanzitutto dal presupposto che nel loro secondo disco, "With The Beatles", sono presenti omaggi al re del rock'n'roll nero, Chuck Berry (Roll Over Beethoven) e al soulman Smokey Robisnon (You've Really Got a Hold On Me); il tutto amplificato dalla versione assemblata per il mercato USA, in cui figuravano anche Long Tall Sally, classico dell'altro gigante del rock'n'roll nero, Little Richard, e Money, firmata invece da Berry Gordy, il padre della Motown. In particolare la leggendaria etichetta di Detroit, sullo slancio di un'affinità elettiva più che evidente, restituirà con gli interessi cotanto amore: in primis proprio Smokey Robinson, ma anche Le Supremes di Diana Ross, Gladys Knight & The Pips, Stevie Wonder e Marvin Gaye. Con quest'ultimo - a dire il vero - impegnato a dare una melensa rilettura di Yesterday. Il celebre brano cantato da McCartney, oltre ad essere la canzone con più cover nella storia della musica, sembra nutrire un particolare fascino nei confronti delle grandi voci. Non solo Marvin Gaye dunque: con le sue note malinconiche si sono cimentati mammasantissima come Frank Sinatra, Ray Charles e Sarah Vaughan. Restando nell'ambito della grande musica nera poi, non possiamo certo dimenticare le cover di mostri sacri come Al Green, Aretha Franklin, Ella Fitzgerald, Ike & Tina Turner, Otis Redding, Wilson Pickett, gli Earth, Wind & Fire.
Ma sarebbe un errore circoscrivere l'appeal di quelle canzoni alla sola spiritualità afroamericana. Mai come con i Fab Four, infatti, la musica è una questione colour blind, che davvero trascende razza, classe e genere.
Ne riparleremo a breve...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Forse non possono competere con i mostri sacri nominati in questo post, ma sono un grande fan degli U2 che durante la loro carriera hanno omaggiato continuamente i Beatles.
"Rattle and Hum" si apre addirittura con una splendida versione live di "Helter Skelter", che Bono introduce dicendo "This is a song Charles Manson stole from the Beatles. We're stealing it back". Nello stesso album poi c'è "God Part II" che è una risposta ad un'altra famosa canzone del John Lennon post-beatles.
Ricordo poi che in un tour degli anni Novanta molto spesso mettevano in scaletta anche una versione lenta di "Help", che ancora adesso quando sento mi mette i brividi.
Ciao!

Anonimo ha detto...

Grazie per il riferimento. Vi seguo sempre con interesse ;)