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Blu Ray Disc Across the UniverseCONTENUTI SPECIALI DEL BLU-RAY DISC
Commento di Julie Taymor ed Elliot Goldenthal - Creando l'Universo - Dietro le quinte - Le stelle di domani - Tutto sulla musica Across the Universe - Le coreografie - Gli effetti speciali - Brani musicali completi - Scena eliminata - "And I Love Her" - Mr. Kite - Riprese alternative - Galleria: Gli schizzi di Don Nace
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venerdì 25 luglio 2008

Cinema e pacifismo

Across the Universe di Julie Taymor ha scelto di mettere in scena, aiutato dal periodo in cui è ambientato, uno dei temi più battuti dal grande cinema fin da i suoi albori: quello del pacifismo. Che si tratti della guerra in Vietnam o quelle nella vecchia Europa, oppure dei mille e più conflitti in giro per il mondo, la settima arte, con poche sole eccezioni, si è schierata con la pace e mai con la belligeranza. E dato che il ventesimo secolo ha visto alcune delle guerre più sanguinarie di tutti i tempi e il ventunesimo sembra non essere da meno, i film che si sono avvicinati a queste tematiche sono moltissimi, così tanti che è difficile rendergli omaggio in uno spazio come il nostro. Ed alcuni sono dei veri e propri capolavori. Facciamo allora un po’ di storia. Nel 1937 Jean Renoir gira un straordinario poema pacifista come La grande illusione, con Jean Gabin e l’enorme Erich Von Stroheim, ambientato durante la Prima Guerra Mondiale. Ma già nel 1930 l’americano Lewis Mileston aveva portato sullo schermo il romanzo pacifista di Erich Maria Remarque All’ovest niente di nuovo denunciando gli orrori di ogni guerra. Il cinema ha sempre sostenuto che il conflitto bellico è uno sporco gioco che rende tutti vittime e carnefici allo stesso momento. Tesi che viene dimostrata da pellicole come il cupo e claustrofobico Per il Re e per la Patria di Joseph Losey ma anche dall’eccezionale dittico di Stanley Kubrick formato da Orizzonti di gloria, film ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, e Full Metal Jacket, durante la guerra in Vietnam. Dicono che siamo tutti pacifisti perché nessuno vorrebbe la guerra. Ma è proprio così? Nel 1971 uno tra i più prestigiosi sceneggiatori del cinema americano, vittima del maccarthismo, firma il suo unico film come regista, E Johnny prese il fucile, un’opera disperata contro l’insensatezza della guerra e contro la crudeltà calcolata del potere. E la figura del soldato ridotto a un troncone e coperto da un lenzuolo bianco non si dimentica facilmente. Sempre negli anni ’70 il megaconcerto Woodstock filmato da Michael Wadleigh lancia il maggiore messaggio pacifista: love, peace and music! In anni più recenti è la volta di un regista come Steven Spielberg a dire la sua sulla Seconda guerra mondiale e i suoi orrori con ben due pellicole come Salvate il soldato Ryan e soprattutto con Schindler’s List. In Italia, invece, Gillo Pontecorvo firma con La battaglia di Algeri un grido contro tutti i conflitti. Infine film come No man’s Land di Danis Tanovic e soprattutto La Polveriera di Goran Paskaljevic gettano uno sguardo impietoso sulla guerra in Jugoslavia denunciando una escalation di disperazione, violenza e morte. Dimostrando così che la pace per l’umanità è ancora molto lontana.

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